mamma e papà: ho finito la scuola per cuochi ed ora ho i superpoteri!
Credo che ogni volta che si impara qualcosa di nuovo si acquistano i “super poteri” e non c’è ombra di dubbio che il luogo da dove si comincia ad imparare ad acquisirli è la scuola.
Il percorso scolastico ha i suoi tempi e le sue modalità. Un dei momenti importante comincia con la terza media quando arriva il momento di prendere una direzione di quella che potrebbe essere una professione, di quello che potrebbe essere il proprio ruolo nella società.
Fra i percorsi scolastici che, per primi, si occupano di portare i giovani nel mondo del lavoro sono le scuole professionali.
Si tratta di una missione molto importante che non va dimenticata.
Quest’anno ho avuto la grandissima fortuna di avere avuto diversi contatti con i docenti e gli studenti del Centro di Formazione Professionale di Ossana (TN) in particolare nei corsi di operatore di gastronomia e arte bianca e in quello di accoglienza e ospitalità.
Corsi di specializzazione per chi ha già imparato il lavoro molto difficile e impegnativo della ristorazione dove si impara ad aggiungere tutte quelle caratteristiche importanti come comunicazione, creatività, personalizzazione, gusto, eleganza, scelta delle materie prime ed altre ancora che sono fortemente caratterizzanti in questa professione al punto da attrarre il mondo della televisione e non solo.
la mia contaminazione con questa realtà mi ha portato alla cena evento di fine anno.
Un momento in cui i ragazzi , attraverso uno storytelling fatto di racconti e video servono una cena ai loro ospiti (genitori, docenti ed esperti conosciuti in questo percorso) dove l’allestimento, gli aperitivi, le ricette e il menu sono tutte il risultato di quanto imparato in questo ultimo anno di specializzazione.
Un momento pieno di energia e ricco di emozioni con tanti commenti in sala, da parte dei genitori, che rimangono stupiti
“Non ho mai visto Luigi così concentrato come oggi. È molto serio e professionale. Incredibile" — la mamma di Luigi.
“Certo! È da questa mattina alle 8 che è così concentrato e focalizzato su quello che sta facendo.” — il vice-presidente della scuola.
Ragazzi che interpretano il loro ruolo in maniera molto professionale, passando per il tavolo, proponendo rimbocchi dei bicchieri, facendo attenzione al fatto che tutto sia in ordine, controllando che le persone siano a loro agio.
“Forza forza! Cosa succede a questo tavolo? È una bella serata! Siete troppo silenziosi!” — Fabio — uno degli studenti avvicinandosi ai tavoli sorridendo e con tono allegro.
Si vede tanto cuore, tanta voglia di fare bene di dimostrare dove si è arrivati e cosa ancora si può fare
“No no! Lo sto facendo molto volentieri. Voi genitori avete sempre fatto tanto per noi, ed adesso tocca a noi” Elisa — una delle studentesse mentre stava portando via le briciole sul tavolo.

Ogni piatto è introdotto da una piccola presentazione che spiega in cosa è composto. Per chi è in sala però appare molto chiaro che quanto raccontato è molto di più. Si percepisce benissimo che ciascuno conosce la storia che c’è dietro. E queste storie, molto lentamente vengono fuori ascoltando i docenti o guardando i video dove i ragazzi presentano le loro esperienze che sono state create per loro.
Si racconta quindi di Venezia visitata per vedere come sono organizzati i migliori alberghi del posto.
E poi di Milano, dove, per conoscere come vengono serviti i clienti nei ristoranti di maggiore successo, vivendo l’esperienza in prima persona: dal momento della prenotazione fino al consumo del pasto, guardando tutto in maniera critica e con l’obbligo di confrontarsi con il gestore e lo chef a fine serata presentandosi come studenti che stanno facendo quel percorso.
Ciascuno racconta poi l’esperienza di stage fatta in grandi strutture a Cervinia o all’Isola dell’Elba e i vari pranzi didattici guidati da cuochi stellati e da maître importanti.
Guardando ogni piatto, la disposizione dei tavoli, l’organizzazione della tavola, i modi di porsi con gli ospiti, i gesti, i sorrisi … e confrontandolo con questi racconti, immagini e video si riesce a conoscere la nota comune e il modo con cui queste esperienze sono diventate l’ essere di ciascuno di loro.
“Che bello vedere le ricette che hanno sviluppato! In ciascuna di loro si vede il loro carattere: chi lo ha fatto semplice come è la sua personalità, chi ricco di colori e di gioia come quella che porta ogni giorno … che bello che bello che bello! “ chef Paola — l’insegnate che accompagna i ragazzi in cucina
Vengo così a scoprire che quel fantastico filetto che ci hanno servito è il frutto del confronto fra due ragazzi nel tentativo di unire due ricette che loro avevano pensato, su cui si erano confrontati, ognuno capendo a suo modo cosa aveva in mente l’altro e arrivando così ad una terza ricetta che nulla aveva a che vedere con quello che pensavano inizialmente.
Poco prima del dolce, ogni tavolo comincia ad essere arricchito da delle sedie e, nel momento della distribuzione, ecco arrivare ogni studente, con il suo abbigliamento di lavoro e con il proprio piatto pronto a sedersi vicino ai propri genitori: le famiglie che si riuniscono per consumare assieme il proprio dolce.
Tanti sorrisi, tanta felicità. Una ragazza è da sola in quanto la famiglia si è da poco allargata con l’arrivo di una sorellina e viene subito accolta dalla sua insegnante “Dai! Vieni qui da me! Ti faccio io da mamma in questo momento”. Tanti sorrisi e tante emozioni.
Si! Ragazzi! Non siete più bimbi. Siete diventati dei professionisti della ristorazione. Avete acquistato i SUPERPOTERI, ora manca poco per l’esame finale, ma già agli occhi dei vostri genitori siete pronti a spiccare il volo.
BRAVE! BRAVI!
E GRANDISSIMI I VOSTRI DOCENTI
Originally published at http://de.straba.us on May 29, 2019.